LE COMUNITA’ ENERGETICHE RINNOVABILI (CER)

Data: 14-07-2023

Il settore energetico è in continua evoluzione, i prossimi anni saranno caratterizzati da moltissime novità dal punto di vista normativo e tecnico, è giunto il momento di iniziare a parlare di questo concetto che sta alla base del futuro energetico nazionale e non solo … Avrete sicuramente già sentito parlare di “Comunità Energetica” e probabilmente vi sarete già fatti qualche idea. Proviamo ad approfondire, in maniera semplice, i concetti base che permettono di avere un’idea più chiara di questo argomento, in attesa dell’uscita del decreto attuativo che dovrebbe dare finalmente il via libera a questa nuova possibilità di gestire l’energia rinnovabile.

Le Comunità Energetiche sono delle realtà normate e riconosciute a livello europeo (se volete approfondire fate riferimento alla direttiva rinnovabili RED II) e a livello nazionale (D. Lgs 199/21).
Prevedono la costituzione di “aggregazioni” tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali o piccole e medie imprese, che unendo le proprie forze decidono di dotarsi di uno o più impianti condivisi per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Non stiamo parlando di un concetto nuovissimo, le prime comunità energetiche risalgono all’800, evolvendosi in tutta Europa in società cooperative nei primi anni ’90.

L'obiettivo principale è quello di promuovere la produzione ed il consumo di energia prodotta da fonti rinnovabili, coinvolgendo i cittadini in un suo utilizzo in modo condiviso. Da oltre 10 anni in Italia è nato il profilo del “prosumer”, termine che deriva dall’unione delle parole inglesi producer e consumer e definisce un soggetto che produce e consuma la propria energia.

Facciamo un attimo un passo indietro, per capire le origini di questo approccio al consumo energetico; il “Clean Energy for all Europeans Package” (insieme delle iniziative europee finalizzate a rendere maggiormente competitiva l'Unione Europea nella transizione energetica e a ridisegnare il profilo del mercato elettrico europeo), nel 2019 ha adottato un nuovo approccio all’energia. Le due principali direttive sono state:
-RED II (2018/2001/UE), uno dei pilastri delle direttive “rinnovabili” secondo cui le Comunità energetiche hanno lo scopo di “fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai suoi azionisti o membri o alle aree locali in cui opera, piuttosto che profitti finanziari”
-IEM ((2019/944/UE, o IEM) direttiva di “mercato” secondo cui l’obiettivo delle CER è quello di "offrire ai membri o soci o al territorio in cui opera benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità, anziché generare profitti finanziari”.

La direttiva RED II è stata recepita in Italia con il d.lgs. 199/2021 che ha iniziato a delineare gli aspetti relativi alle Comunità energetiche, come i possibili partecipanti, le modalità di condivisione, le caratteristiche degli impianti coinvolti e la loro potenza.

Per creare uno Comunità Energetica Rinnovabile è necessario passare da un’analisi preliminare tramite la quale individuare il corretto modello societario e le modalità di distribuzione dei benefici,
identificando i soggetti interessati a partecipare al progetto (gruppi di cittadini, condomini, piccole e medie imprese, enti locali, cooperative, enti del terzo settore, enti religiosi), individuando le possibili aree in cui realizzare gli impianti, raccogliendo dati relativi al consumo di energia dei soggetti interessati individuando le modalità di finanziamento, private o pubbliche, volte a sostenere da un punto di vista economico l’investimento per la realizzazione degli impianti.

Successivamente sarà necessario costituire la Comunità energetica come soggetto giuridico “autonomo” basato sulla partecipazione “aperta e volontaria”, attraverso la redazione dell’atto costitutivo e la formulazione delle specifiche tecniche che regolano i rapporti tra i soggetti che partecipano alla comunità e tra questa e l’esterno.

Dovrò poi essere identificato l’operatore economico che si occuperà dell’installazione e gestione dei flussi energetici ed economici e formulata una richiesta di connessione da indirizzare al gestore di rete. “Apparentemente” sembra tutto molto semplice, approfondiremo questi aspetti con articoli dedicati.

Una delle domande che sicuramente vi starete già facendo è: se ho già un impianto, posso entrare in una Comunità Energetica? La risposta è “si”, a patto che l’impianto non goda di incentivi e sia entrato in funzione dopo il 15/12/2021!

Una Comunità Energetica ha dei limiti da rispettare? Assolutamente si, prevede la compartecipazione di almeno due soggetti (produttore “prosumer” e consumatore), gli impianti devono essere di nuova installazione (entrati in esercizio dopo il 15 dicembre 2021 o prima, rinunciando ad eventuali altri incentivi attivi), la taglia deve essere inferiore a 1 MW e sia il consumatore che il produttore dovranno essere collegati alla stessa cabina primaria.

A questo punto una domanda nasce spontanea … Posso aderire ad una Comunità Energetica Rinnovabile (che da ora in poi chiameremo CER) senza essere proprietario di un impianto fotovoltaico? Assolutamente si! Basta avere un POD (un contatore di fornitura di energia elettrica).

La tariffa incentivante calcolata ed erogata dal GSE (Gestore dei servizi elettrici) viene attribuita alla sola quota di energia “condivisa” all’interno della Comunità energetica, e non all’eventuale parte di energia prodotta che non viene condivisa. Quindi bisogna auto consumare! Per energia condivisa si intende il minimo tra l'energia elettrica prodotta e immessa in rete dagli impianti inseriti nella CER e l'energia elettrica prelevata dall'insieme dei clienti finali associati (in ciascun periodo orario).

Contributi a fondo perduto del PNRR: l’attuale proposta di decreto inviato dal MASE in Commissione europea per approvazione, prevede i seguenti punti (staremo a vedere se verranno poi mantenuti o modificati, pertanto l’articolo sarà poi oggetto di aggiornamento):

- sono stati previsti tre scaglioni di tariffa incentivante, calcolati in base alla potenza degli impianti, al prezzo dell'energia e alla localizzazione geografica. Il valore (dato dalla somma di una parte fissa ed una variabile) può andare dai 60 €/MWh ai 120 €/MWh. L'incentivo erogato dal GSE in base all'energia condivisa, viene dato alla CER che si occupa poi di ripartirlo sui soggetti partecipanti in base al Regolamento che ciascuna CER definisce per sé stessa. Uno dei criteri più diffusi prevede che ciascun membro, riceva una quota dell’incentivo proporzionale al proprio contributo alla creazione dell’energia condivisa.

- viene previsto che la CER, se ubicata in Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, possa beneficiare del contributo a fondo perduto del 40% a copertura delle spese sostenute per la realizzazione di propri impianti fotovoltaici (l’accesso a questo incentivo porterà ad una riduzione della tariffa incentivante).

- Per poter accedere ai contributi del PNRR è necessario che l’avvio dei lavori di installazione sia successivo alla data di presentazione della richiesta di contributo e gli impianti ammessi al contributo entrino in esercizio entro 18 mesi dalla data di presentazione della richiesta e comunque non oltre il 30 giugno 2026.

Un ulteriore importante vantaggio risiede nella forma collaborativa di gestione e valorizzazione dell'energia all’interno delle CER. L’energia diventa infatti un bene comune, condiviso, capace di creare un valore economico che sarà redistribuito tra i membri della Comunità: privati, pubbliche amministrazioni, enti ed imprese. Le Comunità energetiche potranno inoltre sfruttare la loro presenza territoriale per fungere da aggregatori sociali, ed innescare vere e proprie forme di sharing economy, un modello di economia e di consumo che non può prescindere dalla condivisione.

Le Comunità energetiche sono state individuate dalla UE come uno strumento privilegiato per l'incremento delle fonti rinnovabili, non soltanto per il modello produttivo offerto, ma anche per il valore educativo e formativo sulla popolazione coinvolta. Inoltre, un utilizzo più consapevole dell'energia è funzionale anche al processo di ottimizzazione delle risorse e di efficienza energetica che è parte della strategia di riduzione delle emissioni.

Spesso si sente parlare di "autoconsumo collettivo", ma di cosa si tratta? Si parla di "autoconsumo collettivo" quando abbiamo un singolo edificio con una molteplicità di utenze (come ad esempio un condominio o un centro commerciale). Si tratta dello stesso principio base della Comunità Energetica.

Condivido, tramite questo link, un documento di approfondimento su questa tematica, redatto da ENEA. 

Questo primo articolo serve solo ad introdurre alcuni concetti base necessari a comprendere, in linea generale, questo nuovo strumento che presto avremo tutti a disposizione. Se siete interessati ad approfondire l’argomento o necessitate di una consulenza energetica preliminare, trovate i miei contatti cliccando questo link.

Potete seguire gratuitamente i miei brevi interventi relativi al risparmio energetico, alle energie rinnovabili e a tutto ciò che riguarda l’impiantistica e la termotecnica in genere, visionando il mio BLOG, iscrivendovi alla mia Newsletter, seguendo la mia pagina fans di Facebook, il mio profilo LinkedIn, Instagram, Twitter oppure il mio canale Telegram, spazi web tramite i quali cerco, il più costantemente possibile, di divulgare in maniera trasparente informazioni di interesse, sperando in una condivisione costruttiva di idee e di esperienze.


Ing. Marcenaro Luca

Pin It