RISCALDAMENTO A PAVIMENTO O CLASSICI TERMOSIFONI?

riscaldamento a pavimento ILM

Mi capita spesso di essere interpellato su questo aspetto dai clienti che si trovano a dover fare una scelta sostanziale per quanto riguarda il proprio impianto di riscaldamento. Volutamente in quest’articolo mi concentrerò specificatamente sull’aspetto invernale, escludendo tutto ciò che riguarda il raffrescamento estivo.

Nella maggior parte di casi ho notato che, correttamente, la possibilità di approdare al riscaldamento radiante proviene dal consiglio di amici, che hanno già optato per questa soluzione, oppure direttamente dall’idraulico di fiducia, aggiornato sugli aspetti di risparmio energetico e sulle potenzialità di questa tipologia di distribuzione del calore.
Non mi dilungo sul fatto che, alcune volte, i clienti incorrono in valutazioni azzardate semplicemente seguendo i consigli degli amici o dei parenti, pensando che ogni situazione sia uguale alle altre … Forse una volta poteva essere così, visto che di soluzioni impiantistiche ne esistevano relativamente poche, ma da qualche anno a questa parte, con l’evoluzione dell’impiantistica e delle normative sul risparmio energetico, questo discorso difficilmente si può ripetere.

Una delle prime domande che pongo al cliente è la seguente: si tratta di una ristrutturazione o di una nuova costruzione?

Mettiamoci nella condizione più sfavorevole, per meglio apprendere alcuni spunti che vorrei fornire tramite questo mio breve articolo. Supponiamo di trovarci di fronte ad una ristrutturazione. Nella maggio parte dei casi, almeno fino a quando il conceto di pompa di calore non entrerà nella vita quotidiana dell’utente medio, intraprendendo una ristrutturazione si tende a pensare al semplice rinnovo dell'impianto di riscaldamento prevedendo l’installazione di una caldaia a condensazione (intervento incentivato con la detrazione fiscale del 65% se eseguito secondo quanto richiesto dalla finanziaria). Dal punto di vista puramente teorico, la scelta dell’impianto radiante a pavimento al posto dei classici radiatori rappresenta un significativo miglioramento al punto di vista energetico, in quanto essendo un sistema ad alta superficie di scambio termico, lavora necessariamente a bassa temperatura, quindi richiedendo un minore consumo di combustibile da parte della caldaia. Oltre al consumo inferiore, migliora il confort interno della casa, in quanto la sensazione che si prova ad avere il pavimento uniformemente “caldo” è sicuramente migliore di quella che più termosifoni posizionati in diverse parti della casa possono fornire, non escludendo il discorso relativo ai moti convettivi dell’aria che verrebbero drasticamente contenuti se non eliminati. Approfondiamo quest’ultimo concetto andando ad analizzare quelli che sono gli aspetti in comune e le differenze di questi due sistemi di distribuzione del calore.

Sicuramente entrambi i sistemi lavorano grazie all’acqua calda prodotta dalla caldaia, l’impianto a termosifoni necessità di temperature più elevate, in quanto deve poter “scaldare” l’immobile solo tramite i termosifoni, mentre l’impianto radiante a pavimento, agendo su una superficie nettamente superiore, non ha bisogno di elevate temperature per portare confort in casa, anche perché avere il pavimento tropo caldo, sappiamo benissimo che non fa molto bene …

Entrando ancora più nel dettaglio, possiamo dire che il sistema con i termosifoni si basa sul principio della trasmissione del calore per convezione e in parte per irraggiamento.

Il principio di convezione lo possiamo spiegare semplicemente facendo l’esempio dell’aria calda in contrasto con quella fredda. Siccome l’aria calda “pesa meno” di quella fredda, tenderà ad andare verso l’alto. L’aria fredda di conseguenza scenderà verso il basso, creando una circolazione naturale dell’aria che comporta la trasmissione del calore su tutto il volume dell’immobile.

Il concetto d’irraggiamento è leggermente più complesso, ma lo possiamo spiegare semplicemente facendo una prova semplicissima. Basta mettersi a una certa distanza da un termosifone caldo per sentire il calore accarezzare la nostra pelle, ciò che noi sentiamo sono le onde “energetiche” (elettromagnetiche) emesse dal corpo caldo. Più un corpo è caldo più emette queste radiazioni di entità più elevata, rischiando ovviamente di bruciarci. Più un termosifone è piccolo, più emetterà queste onde in una zona limitata della casa …

Il termosifoni quindi oltre ad emettere queste “onde calde” verso l’ambiente circostante, tramite la loro particolare forma favoriscono lo scorrimento dell'aria al loro interno. Per poter scaldare l’aria in questo modo serve una certa differenza di temperatura tra l’aria ambiente e quella del termosifone, che per semplificare il discorso considereremo pari a 50 °C. L'acqua all'interno dei termosifoni dovrà avere una temperatura di almeno a 70°C, in modo che il termosifone riesca adeguatamente a cedere calore all'aria, la quale a sua volta deve essere messa in movimento per distribuirsi negli ambienti. Il movimento dell’aria porta inevitabilmente anche al movimento della polvere, sempre che la casa non ne sia priva … Per constatare ciò basta guardare attentamente sulla superficie posteriore del termosifone l’eventuale presenza di polvere …

termosifone

I sistemi di riscaldamento a pavimento (detti anche sistemi radianti) si basano esclusivamente sul principio di trasmissione del calore per irraggiamento. Non abbiamo alcun moto d'aria ma superfici di distribuzione del calore molto ampie e temperature di funzionamento decisamente più basse. Sono nati per funzionare 24 ore su 24, ossia per lavorare a bassa potenza, pertanto valutate voi se è il caso di optare per questo tipo di sistema in abitazioni usate solo per le vacanze ...  Sempre che non vogliate gestire l'impianto in remoto, accendendolo 2 giorni prima (dipende molto dalla zona climatica).

Gli impianti radianti possono essere integrati, oltre che nel pavimento, anche nelle pareti o nei soffitti, permettendo di riscaldare l’ambiente tramite le superfici coinvolte.

radiatori pavimento

Quindi l’aria non viene riscaldata? Non è propriamente vero, in parte la riscaldano ma essendo la temperatura molto bassa, non è sufficiente a generare significativi moti convettivi, quindi movimenti dell’aria.
L'irraggiamento lo percepiamo tranquillamente anche da 4-5 metri di distanza, pensate all’effetto del sole in montagnaCi permette di stare in maniche corte anche con temperature molto rigide o sbaglio? Quando si vive in una casa con un impianto di riscaldamento realizzato con un sistema radiante si ottiene proprio lo stesso effetto, ossia benessere senza scaldare eccessivamente l'aria!
Facciamo un esempio!
Con un impianto radiante, alla temperatura di 17-18°C si ottiene lo stesso confort pari a quello raggiungibile con un impianto tradizionale a 22°-23°C. Chiaro?

Quindi vi sto dicendo che l’impianto radiante è migliore di quello tradizionale? Continuate a leggere …

Parlavamo di ristrutturazione e non di nuova costruzione …
Abbiamo detto che il riscaldamento radiante lavora a temperature di esercizio decisamente basse. Per il corretto funzionamento dell’impianto e per raggiungere una reale convenienza dal punto di vista dei consumi energetici e di reale confort, è necessario che anche l'edificio nel complesso richieda meno energia per il riscaldamento. Se non è così, l'impianto pur avendo grosse superfici di scambio termico, non permetterà di scaldare adeguatamente tutte le stanze correttamente costringendo l’utente ad aumentare la temperatura per ottenere il comfort desiderato, con la conseguente perdita dei vantaggi di risparmio energetico.

Esistono poi la normativa tecnica (UNI EN 1264) che prevede dei valori limite di temperatura delle superfici per gli impianti radianti pari a 29°C per il pavimento e il soffitto e 40°C per le pareti.

In caso di ristrutturazione converrebbe quindi valutare il caso di intervenire sulla struttura edilizia a livello d’isolamento termico, riducendo o addirittura eliminando il problema poco fa menzionato.

Una possibile situazione potrebbe riguardare la necessità di ristrutturare solo una parte dell’immobile. In questo caso è possibile optare pr un impianto radiante solo per la parte ristrutturata? Tecnicamente è fattibile, l’impianto necessiterà di dover gestire due livelli di temperatura … Anche in questo caso è sempre necessaria una valutazione del risparmio conseguibile.

Tutti i ragionamenti fatti fino ad ora diventano “quasi inutili” quando ci troviamo di fronte ad una nuova costruzione. Diventa fondamentale studiare l’impianto termico in concomitanza con la struttura edilizia, per evitare grosse sorprese …

Concludo dicendo che, il riscaldamento radiante presenta in generale anche un ulteriore vantaggio in termini di qualità dell'aria e quindi dal punto di vista del comfort interno e della salubrità, soprattutto per chi soffre di asma e allergie.

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Ing. Marcenaro Luca

 

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